Di Lucilla Continenza
Partita, il 4 maggio, la XII edizione della rassegna: “Nuovo cinema ebraico e israeliano” allo Spazio Oberdan di Milano, che terminerà giovedì 9. La rassegna, organizzata dal Centro di Documentazione Comtemporanea, è curata da Nanette Hayon e Anna Saralvo esperte di cultura ebraica. Numerose le opere in programma, che rappresentano uno spaccato contemporaneo di Israele e della cultura ebraica, e sono state scelte da Nanette Hayon e Anna Saralvo, del Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani. La collaborazione artistica della rassegna è di Ariela Piattelli e Lirith Mash. Sara Ferrari è invece il responsabile scientifico e presenterà diverse proiezioni. Anche quest’anno la rassegna darà spazio alla produzione cinematografica di giovani registi, e a cinque video su Israele prodotti dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano. Tutti i film in lingua originale saranno proiettati con sottotitoli italiani.
Nuovo cinema ebraico e israeliano: programmazione
Tanti gli argomenti di interesse antropologico affrontati nel corso della rassegna. In questa particolare edizione si parlerà soprattutto di identità sessuale e handicap. Non mancherà il tema leitmotiv delle produzioni internazionali ovvero il multiculturalismo, affrontato con profondità e realismo. Presenti diversi lungometraggi di finzione e documentari. Mercoledì 8 maggio alle 18.00 presso la sinagoga di via Guastalla, sempre a Milano (ingresso libero), sarà proiettata una lunga e inedita intervista a David Ben Gurion , padre dello Stato di Israele, realizzata dal giovane giornalista americano Clinton Bailey, nel 1968, nel Kibbutz dove il leader politico israeliano viveva da anni. Si tratta di un evento importante. Ben Gurion darà una visione sul futuro del controverso Stato di Israele che sembra quasi profetica.
La rassegna che ricordiamo è iniziata il 4 maggio, con il saluto delle autorità e con Laces di Jacob Goldwasser, un lungometraggio che parla di handicap e famiglia, prosegue oggi alle 19.00 con un documentario di Sara Ferrari che racconta il pensiero e la vita dello scrittore Etgar Keret, Etgar Keret: Based on a True Story, si tratta anche in questo caso di una proiezione già mostrata il 5 maggio. Alle 21.00 si potrà assistere alla proiezione di The Cakemaker di Ofir Raul Grazier che ha rappresentato Israele ai premi Oscar 2019 nella categoria miglior film in lingua straniera.
La rassegna continuerà martedì 7 maggio alle 15.00 con Spazio Giovani. Proiezione in programma è Israele: Archeologia e Cultura; Bellezza e Creatività; Enogastronomia; Terre d’Israele; Vacanza Perfetta del (Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano). Si potranno ammirare splendide immagini girate per il Ministero del Turismo di Israele che evocano uno spaccato di quelle che sono le ricchezze antropologiche della cultura di Israele. Seguirà il documentario Cheese di Nathan de Pas Habib, che sarà intervistato sempre da Sara Ferrari. Il documentario parla di disabilità mentale. Alle 16.30 sarà proiettato nuovamente Laces, mentre alle 19.30 sarà la volta di Proiezione riservata AcomeA con l’introduzione di Ariela Piattelli.
Mercoledì 8 maggio la rassegna riprende con il “lungo” The Other Story, del regista Avi Nesher. Il film sarà introdotto da Ariela Piattelli. Alle 19.00 lo spazio Oberdan proietterà un documentario dal titolo The Museum di Ran Tal, che propone una riflessione sul patrimonio conservato nel Museo d’Israele. Il museo è antropologicamente luogo della memoria culturale, che sottolinea l’identità in cui un popolo in quel momento si riconosce. Alle 21.00 è in calendario il film Lady Titi di Esti Almo, che parla di Israele, multiculturalismo e identità sessuale.
L’ultimo giorno della rassegna, ovvero giovedì 9 maggio, alle 17.00 la cineteca dedicherà un documentario a Edoardo Volterra. La vita come dovere, lo studio come passione, di Andreina Di Brino e Marco Visalbherghi. Volterra fu il Rettore di origine ebraica che riorganizzò l’ateneo di Bologna dopo la Seconda guerra mondiale e che visse in prima persona le leggi razziali del regime fascista del 1938.
Alle 18.30 si parlerà sempre di illustri ebrei italiani che furono perseguitati dalle leggi razziali, con la proiezione di Una donna. Poco più di un nome, di Ornella Grassi. Il film narra la triste storia di Enrica Calabresi, ebrea italiana coltissima, zoologa e catturata dai fascisti. La scienziata si tolse la vita, avvelenandosi in carcere, per sfuggire alla deportazione. Introdurranno la proiezione Ornella Grassi e Alessandra Minerbi.
La rassegna si chiuderà alle 21.00 con Red Cow, di Tsiva Barkai “lungo” in cui viene affrontata l’omosessualità in una cultura che fa fatica ad accettare la diversità nell’identità sessuale. Il film ha ricevuto il premio come Miglior film all’ultimo Jerusalem Film Festival.
Per informazioni sulla programmazione e acquisto biglietti: www.cinetecamilano.it