Di Lucilla Continenza
Hipster, parliamo di subculture. Per subcultura in sociologia si intende un insieme di persone che all’interno di una cultura si riconosce in caratteristiche simili come: la stessa religione, la politica, l’età, l’etnia, la classe sociale o lo stile di vita. Gli scienziati sociali solitamente contrappongono una subcultura ai valori delle culture più grandi di cui fanno parte. Ma è anche possibile si tratti di un sottoinsieme di un’unica cultura. Gli hipster sono appunto una subcultura.
Il fenomeno hispster, origini
Gli hipster sono un fenomeno che si è molto diffuso in questi ultimi anni, soprattutto nelle grandi città. In Italia li si può incontrare a Milano, Roma, Bologna, Napoli. All’estero in metropoli come Berlino, Londra, New York, San Francisco.
Questa subcultura ha in realtà radici molto più lontane. L’origine del termine hipster risale infatti agli anni ’30, e nasce da gruppi di bianchi americani appassionati di jazz, e che volevano vivere come i jazzisti afroamericani. L’hipster a quei tempi era chi si distingueva dagli appassionati di swing, e seguiva la l’hot jazz e il bebop.
Parliamo di anni in cui la segregazione razziale in America era ancora legale. Era diffuso il Green Book che catalogava i locali dove gli afroamericani potevano riunirsi: ristoranti, pub, hotels ecc.
Gli hipster nascono quindi con uno spirito anticonformista e ugualitario. Dopo la Grande Guerra sia Jack Kerouac che Norman Mailer studiarono questa subcultura che venne da quest’ultimo definita esistenzialista e anticonformista. Durante quegli anni il modello di riferimento degli hipster era il jazzista Charlie Parker. L’essere hipster diventa quindi un “mood” per uomini che attraversano l’esistenza da decadenti disincantati e che trovano la loro vera anima nel mondo del jazz. Il jazz non è però da considerarsi come semplice musica, ma una vera forma di protesta di un gruppo etnico invisibile, ma che proprio grazie alla musica comincia a farsi riconoscere.
Gli hipster dell’ultimo decennio
Pur non essendo mai scomparsa, la subcultura hipster negli ultimi 10 anni si è molto diffusa tra i giovani, tanto da far parlare, a livello mondiale “occidentale”, di una vera e propria generazione hipster.
Gli hipster di oggi sono gli stessi dei tempi d’oro del jazz? Chi sono i nuovi hipster?
La parola hipster ha spesso assunto in questi anni una connotazione negativa. Il dizionario Zanichelli dà però questa definizione: “Chi (o che), in base a una cultura individualistica e insofferente delle regole, si rifà alla moda vintage della seconda metà del Novecento, in particolare ai suoi aspetti considerati più trasandati e anticonformisti”. L’Accademia della Crusca scrive invece: “Giovane tendenzialmente disinteressato alla politica e con velleità fortemente anticonformiste, che si riconosce per atteggiamenti stravaganti e abbigliamento eccentrico e variopinto”.
Senza dare una valutazione spregiativa o positiva, l’hipster generalmente è una persona avanguardista molto interessata alle nuove tecnologie e ai nuovi fermenti culturali, mantenendo però uno stile personale e spesso retrò.
lo stereotipo dell’hipster è una persona di origini benestante, ma che non ama i brand (“i mondi di plastica”) e frequenta realtà pop (popolari).
Hipster, identikit
L’identick dell’hipster contemporaneo è un laureato, libero professionista, colto. Solitamente è di sesso maschile, porta baffi lunghi e molto curati, o una lunga barba simile a quella degli Amish. Indossa camicie a quadri come quelle usate dai boscaioli americani. Porta scarpe da tennis, (le AllStar sono un must), e jeans stretti a vita alta. Usa T-shirt con disegni con scritte e ha grandi tatuaggi simbolici e rappresentativi. Non frequenta locali alla moda, ma alternativi e ama lo street food. Preferisce le feste in spazi espositivi o in cortile, o se è di New York le feste sul tetto.
È una persona sportiva, ma non frequenta le palestre, piuttosto va in bicicletta che preferisce alla macchina all’ultima moda. Ama viaggiare, ma non soggiornerebbe in un resort, è generalmente un naturalista. Fa vacanze alternative acquistando il primo volo, possibilmente low cost, verso mete esotiche. Sa stare in società, ma frequenta i bar del quartiere, trattorie o locali “alla mano”.
Insomma l’hipster è una persona poliedrica che vive il mondo sperimentando e con curiosità, anche se rimane fedele a un modo di essere semplice e solidale, ma nel contempo culturalmente impegnato.