Di Giulia Salvati
Parliamo del thriller psicologico “The Elevator” del regista Massimo Coglitore che uscirà nelle sale italiane il 20 giugno e sicuramente sarà un successo. Il film è stato scritto da Riccardo Irrera e Mauro Graiana. Coglitore ha dichiarato di non aver voluto mettere tensione nel lungo con effetti o scene “splatter”, ma solo con il respiro e l’angoscia dei personaggi. E il regista ci è riuscito in pieno.
The Elevator è prodotto da Riccardo Neri che ha “tutelato” il film prima di lanciarlo in sala, che uscirà distribuito da Europictures. Il film si avvale di due attori eccezionali James Parks e Caroline Goodall che hanno lavorato con Quentin Tarantino, Steven Spielberg, Martin Scorsese e altri registi famosi.
Sinossi
Il protagonista del lungometraggio è un famoso showman costretto a partecipare rinchiuso dentro un ascensore di New York ad un quiz di una donna oscura. L’ironia della sorte vuole che l’uomo, noto presentatore televisivo di un quiz show, quella notte sia lo sventurato concorrente che gioca per la propria vita. Il suo aguzzino è una donna apparentemente folle di nome Katherine (Caroline Goodall), convinta che Jack sia il responsabile di un reato.
Gli interpreti ci regalano una performance eccezionale dando vita ad un film intenso e commovente, con un bellissimo finale. Nel cast è presente anche Burt Young (il Paulie di Rocky, ruolo per il quale raggiunse una nomination agli Oscar nel ‘76).
Considerazioni
Un film, quello di Coglitore che mantiene la tensione per tutta la durata della pellicola, cosa che non è per nulla facile. Spesso il pubblico è disorientato e combattuto dal dubbio su quale sia la verità, su chi sia il responsabile e chi l’innocente. Si tratta di un’ opera non semplice, ma molto riuscita, dove il pathos cresce con primi piani, sfocature e piani sequenza veramente belli. Anche la fotografia, (molto curata), il montaggio e le musiche danno a questo film indipendente il sapore di una pellicola internazionale, che non soffre l’etichetta di “low budget”.
Il plot (trama) racchiude diverse tematiche scottanti, trattate in maniera ottima dal regista che si mette al servizio della storia e ci regala un’ opera originale per il cinema italiano e di forte impatto emotivo con una messinscena attenta e mai scontata, nonostante lo spazio molto ristretto. Adesso aspettiamo con impazienza la prossima opera di Coglitore. Che sia il nuovo regista di genere italiano?