Di Giuseppe Menzo
La nascita, gli studi, l’iniziale ascesa, il grande rifiuto della Madre Patria per difendere la propria libertà, sono gli elementi di “Nureyev – The White Crow”, il film su uno dei più grandi danzatori della Storia dell’umanità, Rudolf Nureyev. Il lungo è diretto da Ralph Fiennes, qui alla sua terza regia cinematografica dopo il “Corolianus” del 2011 e “The Invisible Woman” del 2013. Il film sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 27 giugno.
Il lungometraggio sul celeberrimo ballerino, interpretato dal danzatore ucraino Oleg Ivenko, alla sua prima esperienza da attore, ripercorre la vita dell’artista russo fino alla sua grande scelta di non far ritorno a Mosca dopo la sua prima tournée fuori dai confini russi.
Il danzatore nel film è rappresentato con un carattere ribelle e indomito, con un’insaziabile fama di sapere. Vano è il tentativo di placarla attraverso quotidiane, mattutine, solitarie visite all’Hermitage dell’allora Leningrado, oggi San Pietroburgo. Il danzatore viveva in una Russia che tarpava le ali in nome dell’ideale della patria. Sentimento identitario questo che funziona solo se parte da dentro e non è imposto dall’alto.
Nel “lungo” un disperato, incessante lavoro sulla propria interiorità, sulla propria personalità, sul proprio carattere, renderanno un bambino nato poverissimo un artista immortale. Nureyev è indimenticabile e indimenticato, e ha cambiato per sempre (da “Porteur” a vero e proprio indiscusso protagonista della scena) la figura e il ruolo dell’uomo nel mondo della danza in generale e soprattutto del balletto. È infatti da ritenersi legittima, nel settore, una divisione temporale in Pre e Post Rudolf Nureyev.
“Nureyev- The White Crow”, recensione
Il film di Ralph Fiennes è un film completamente incentrato sulla performance dell’attore principale. Sul protagonista sono concentrate, infatti tutte le attenzioni a discapito (forse volutamente) di un seppur nutrito e valido cast di supporto. Nel cast è infatti presente lo stesso Fiennes nel ruolo dello storico Maestro di Danza Alexander Pushkin, che tanta influenza ha avuto sulla formazione del ragazzo originario di Ufa.
“Nureyev-The White Crow” è un film dallo stile lineare che però sembra non decollare mai per ritmo e coinvolgimento emotivo nonostante l’incandescente materia trattata, ma che allo stesso tempo ha il grosso merito di non perdersi in orpelli o inutili divagazioni.
Nell’opera del regista, Nureyev è sempre il centro focale dell’azione, della narrazione e non vi è mai nessun momento in cui venga meno la centralità della sua figura. È da sottolineare che il grande ballerino è un uomo che ha fatto del proprio carisma e della propria anima, ancor prima della sua elevatissima competenza, delle qualità specifiche e i motivi della sua grandezza perpetua.
Film nel complesso onesto e coerente in tutto il suo sviluppo.