Di Judith Maffeis Sala.
Valentina Cortese. Si è spenta all’età di 96 anni, nella sua casa di Milano, mercoledì 10 luglio 2019, l’ultima divina: Valentina Cortese.
Giovedì 11 luglio, molte personalità del mondo dello spettacolo e i rappresentanti delle istituzioni hanno espresso il loro cordoglio nella camera ardente allestita al Piccolo Teatro Grassi di Milano. “Ciao, adorata Valentina, tu sei il Piccolo, tu sei il teatro e anche di più, ipnotica, raffinata, impetuosa”. Questa è l’espressione voluta per l’ultimo saluto dal direttore del Piccolo Teatro, Sergio Escobar.
Valentina Cortese, carriera e biografia
Valentina Cortese è stata musa ispiratrice di grandi registi del cinema e del teatro italiano, da Strehler a Zeffirelli, Valentina nacque a Stresa, il 1° gennaio 1923. Lavorò con i più grandi del cinema italiano. L’ultima apparizione sul grande schermo nel film Diva è solo di due anni fa, del 2017. Nel 1973 François Truffaut la volle in Effetto notte, e Valentina si guadagnò la nomination all’Oscar, come attrice non protagonista. E poi tanto teatro. Celebri le sue liti con Rossella Falk, durante la messa in scena di Maria Stuarda. Recitò magistralmente il Magnificat di Alda Merini.
Fu amata e corteggiata da molti. Chiacchieratissimo il suo rapporto con il direttore d’orchestra Victor De Sabata, di 31 anni più vecchio di lei, sposato e con figli; ed anche la storia d’amore con l’impetuoso Giorgio Strehler, passata alla storia del teatro. Ebbe un figlio, Jackie Basehart (1951-2015), dal matrimonio con l’attore Richard Basehart (1914-1984), sposato nel 1951 da cui divorziò nel 1960.
Nel 2012 Valentina pubblicò la sua biografia Quanti sono i domani passati, in cui raccontava d’essere “una figlia della colpa”. Sua madre era nubile, un’aspirante pianista della buona borghesia. Per coprire lo scandalo, appena nata la bimba venne affidata ad una contadina. Valentina descrisse “l’infanzia con le stalle, i carrozzoni di fieno e i ragazzi che sognavo di sposare”. Rimase in campagna sino a quando i nonni materni la recuperarono e la inserirono nella buona società di Torino.
Recitava in teatro, ma nel 1941 ebbe un contratto con la Scalera Film per il suo viso dai tratti delicati, nel filone dei “telefoni bianchi”. Il suo primo ruolo importante fu quello di Lisabetta nel film La cena delle beffe (1942) di Alessandro Blasetti.
Celebri le sue cene raffinate, i compleanni nella casa di Milano in via Sant’Erasmo, la sua splendida casa di Venezia, arredata come il Caffè Florian.
Valentina era, senza alcun dubbio, una “vera divina” e forse l’ultima.