Di Judith Maffeis Sala
Il nostro ricordo di quell’ istrionico, eclettico e testardo personaggio di Andrea Camilleri.
Nell’ultimo romanzo pubblicato Il cuoco dell’Alcyon (Sellerio), Camilleri usa il suo buon Salvo Montalbano per inscenare l’addio. Infatti, i suoi personaggi stanno piangendo la sua perdita. Camilleri si identifica con il commissario di Vigata che, in queste pagine, viene radiato dalla polizia, cacciato dal mondo e dal posto in cui si svolge la sua vita, suscitando la disperazione di Catarella e di tutti gli altri suoi collaboratori. Forse una premonizione?!
Spesso Salvo si è trovato in gravi difficoltà, ma ora, per la prima volta, si giunge a una situazione drastica.
Il romanzo racconta del suicidio di un operaio appena licenziato e di un imprenditore privo di scrupoli, trovato assassinato con un colpo di pistola alla nuca. Si descrivono i problemi della crisi economica dei nostri giorni, tante belle donne, giochi, azzardi e mascheramenti.
Camilleri. Un personaggio poliedrico
Drammaturgo, sceneggiatore, regista e scrittore, tradotto in almeno 120 lingue, Camilleri era stato colpito da un malore mentre si preparava a partecipare ad uno spettacolo alle Antiche Terme di Caracalla, dove, il 15 luglio, avrebbe dovuto leggere la sua “Autodifesa di Caino”. Dal 21 giugno i medici avevano interrotto i bollettini.
Camilleri, compianto da tutti, nacque a Porto Empedocle, Agrigento, il 6 settembre 1925. Era figlio unico di Carmelina Fragapane e di Giuseppe, ispettore delle Compagnie Portuali.
E’ curioso rilevare – come Camilleri stesso confidò – che tra il 1946 e il 1947, all’età di 22 anni, visse a Enna, in due misere stanzette, prive di riscaldamento, e, casualmente, dapprima attirato dal tepore, cominciò a frequentare assiduamente la Biblioteca comunale diretta dall’Avvocato Fontanazza. Riuscì a farselo amico, tanto che, lo stesso direttore gli fece conoscere gli scritti originali di due celebrità locali: Nino Savarese (1882-1945) e Francesco Lanza (1897-1933), quest’ultimo scrisse Mimi Siciliani e fondò la rivista Il Lunario Siciliano. In particolare, Nino Savarese scrisse nel 1925 Gattaria, la bizzarra storia del principe Daineo, la cui anima si fa d’improvviso “gattesca”. Si tratta di un romanzo- favola sulla inevitabile bestialità dell’essere umano e sull’umanità delle bestie. Savarese scrisse anche, fra gli altri, Singolari avventure, nel 1916, per descrivere che: “a Ploto, il protagonista, uomo onesto e sincero, proprio non va più che gli uomini pensino solo ai propri interessi e sbrighino per imbrogliare gli altri con ogni mezzo”.
Si direbbe che Camilleri ammirò e si unì, almeno per quanto concerne i suoi messaggi verso il pubblico, al pensiero ed alla filosofia di questo scrittore.
C’è però chi lo ricorda per il suo comportamento come: “Un raffinato scrittore e grossolano commentatore, sempre esposto dalla parte giusta, quella più conveniente per un intellettuale italiano”.
Nell’anno 2000, rivolgendosi ad un pubblico di ragazzini, Camilleri dichiarò: “L’unica cosa che posso dirvi è di farvi condizionare il meno possibile da una società che finge di darti un massimo di libertà e che in realtà ti sottopone ad un massimo di condizionamenti“.
Pochi giorni prima di morire, aveva dichiarato: “Stiamo peggiorando in tutto: nel linguaggio, nel modo di rapportarci gli uni con gli altri in questa assurda aggressività. La politica dà un cattivissimo esempio, e i cittadini, il 90% ci sguazza“.
Il suo Montalbano ha registrato numeri record. A ben venti anni dalla messa in onda, la serie del commissario di Vigata (luogo di fantasia dello scrittore) è stata richiesta anche all’estero, in oltre 65 paesi, tra Europa, Gran Bretagna e Stati Uniti. La regia sempre di Alberto Sironi, la Produzione Palomar di Carlo Degli Esposti. Camilleri ed il suo commissario Montalbano non lasceranno però ancora soli i fedelissimi telespettatori. Nel 2020 arriveranno tre nuovi episodi su Rai 1.
Per volontà dello scrittore e della sua famiglia, nessuna camera ardente, ma un luogo di sepoltura che verrà reso noto solo in seguito. L’ultimo saluto preso il Cimitero Acattolico, a Roma, nel quartiere Testaccio, con una cerimonia laica. Per la commemorazione pubblica invece, a Porto Empedocle, dove nacque, il 6 settembre, nella data di compleanno. Avrebbe compiuto 94 anni. Il 6 settembre è anche la celebrazione del patrono San Calogero, secondo nome di Camilleri a cui era legatissimo. Per l’occasione verrà riproposto un video di un intervista di due anni fa in cui Camilleri parlava della sua città e di come si sarebbe potuto facilitare l’interesse turistico.
Camilleri ci mancherà, per il suo forte e indomabile temperamento, per quella sigaretta che gli faceva sempre compagnia, per essere stato uno scrittore attento e appassionato, per aver amato la sua Sicilia visceralmente e per averla fatta conoscere al mondo, con i suoi pregi e i suoi difetti.