Di Giuseppe Bellina e Lucilla Continenza.
Martin Eden di Pietro Marcello, ispirato al classico di Jack London, si è aggiudicato la Coppa Volpi come miglior interpretazione maschile, alla 76 Mostra del Cinema di Venezia.
Il prestigioso premio è stato vinto da Luca Marinelli, che ha dedicato la Coppa a tutti coloro che sono in mare ad aiutare chi, con dei barconi, cerca di arrivare in Europa, sperando in un futuro migliore, ma spesso annegando. Dedica, questa, molto coraggiosa per un attore, in un momento in cui imperano egoismo e razzismo soprattutto tra i “laureati all’ università della strada”. Una bella contraddizione, che non stupisce, visto che nel libro di London, Martin, grazie a impegno e volontà, da uomo di umili origini diventa un quotato scrittore prima disincantato e infine disilluso.
Il film del casertano Marcello, al suo quinto lungometraggio, è stato scritto dal regista e da Maurizio Braucci. Parliamo di un’opera liberamente tratta, (molto liberamente), proprio dal famoso classico Martin Eden di Jack London.
Nel film, oltre a Marinelli, recita anche Carlo Cecchi, nel ruolo di Russ Brissenden, l’amico e mecenate di Martin. Ricordiamo Cecchi in La morte di un matematico napoletano, dove interpretava il matematico e accademico Caccioppoli.
Il Martin Eden di Marcello, pur riprendendo la traccia del romanzo di London viene ambientato non negli Stati Uniti d’America, patria di London, dove lo scrittore muore suicida, ma a Napoli, terra colma di contraddizioni. Il messaggio del romanzo è comunque conservato.
Martin Eden: dalla povertà, alla fama, al ribrezzo per la borghesia ipocrita
Martin è un giovane marinaio napoletano, senza soldi e con un destino probabilmente già scritto. Durante un’aggressione salva Arturo, interpretato da Giustiniano Alpi, che al contrario del nostro protagonista è ricco e facoltoso. Grazie a questa fortuita coincidenza i giovani diventano amici e Martin si innamora perdutamente dell’eterea e affascinante sorella dell’amico: Elena, interpretata da Jessica Cressy. La bellissima ragazza è colta e raffinata e per Martin diventa un’ossessione da conquistare e raggiungere a tutti i costi, almeno inizialmente. Elena rappresenta infatti quello che Martin forse vorrebbe essere. Per meritarne l’amore, il rozzo marinaio intraprenderà un faticoso percorso di istruzione che lo porterà a scrivere e a diventare un affermato scrittore.
La superficialità del mondo borghese deluderà però Martin che conserva comunque un amore viscerale per la sua arte. Influenzato dal suo amico intellettuale Russ, si avvicinerà alle idee socialiste, poi contestandole e entrerà in conflitto con Elena. La donna lo avrebbe amato solo se ricco e famoso, e non idealista, semplicemente scrittore e vicino ai bisogni della gente comune. Martin, come tutti i poeti romantici, nel film, brucerà la propria vita e la propria salute fra droghe e alcool.
London termina invece così il suo grande romanzo che ha un finale dove il protagonista trova riposo eterno nell’amato mare: “Dal troppo amor di vita, da speranze e da timori liberati, ringraziamo gli dei, quali che siano, che nessuna vita vive per sempre, che i morti non risorgono mai, che anche il più stanco fiume trova riposo nel mare”.
Conclusioni
Martin Eden è Jack London, nel romanzo lo scrittore racconta se stesso, le sue vicissitudini, la sua vita raminga, complessa e difficile, agra come diceva Bianciardi. Il testo narra le difficoltà che l’autore incontrò inizialmente per trovare uno spazio di pubblicazione ai suoi scritti e alle sue poesie.
Martin è una figura romantica e combattiva, indomabile, umana. Nel film il regista racconta e rappresenta il protagonista in modo efficace, esaltando le doti di recitazione di Marinelli. Il protagonista è figlio del popolo e troverà il coraggio di lasciare il suo amore borghese per consolidare la sua autenticità, la sua libertà e il suo individualismo a dispetto dell’ipocrisia della classe borghese.
Storia in chiave atemporale, ambientata in parte nel tessuto urbano della Napoli povera, scelto appositamente dal regista che offre su un piatto d’argento una possibilità unica a Marinelli di mostrare tutto il suo talento, di fatto premiato.
London ci ha lasciati troppo presto. Che i suoi romanzi, che hanno venduto milioni e milioni di copie, siano di augurio al film di Marcello, un’opera di ottima fattura e da vedere.