Di Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy
Pride. Sono passati 50 anni dai moti di Stonewall.
Sono 50 anni di lotta politica per la rivendicazione dei diritti omosessuali.
L’onda Pride continua ed è arrivata il giorno 14 settembre a Sorrento con la sua parata Rainbow organizzata dal collettivo Buonvento tra le costiere (Amalfitana e Sorrentina) e Pride-Vesuvio Rainbow. Il corteo ha preso il via dopo le 17 da piazza Lauro. Contati circa 10.000 partecipanti.
Ed io c’ero.
Parlando con delle persone del luogo, prima dell’inizio della manifestazione, molti erano un po’ intimoriti, perché pensavano che ci sarebbero potute essere delle reazioni violente da parte della popolazione locale.
Io, invece non avevo dubbi che sarebbe stata una manifestazione tranquilla e nessuno avrebbe dato fastidio. Sono consapevole che gli omofobi sono codardi e solo in gruppo parlano, quando sono in minoranza tacciono e fanno finta di niente e così è stato.
Pride Sorrento: una manifestazione colorata e non violenta
Il Pride sorrentino è stato molto colorato, divertente e con una presenza massiccia di persone soprattutto di giovanissimi, il che fa sperare bene per le generazioni future che sono maggiormente consapevoli che la diversità è arricchimento e non qualcosa da scacciare e allontanare da sé.
Molto spesso sia la maggior parte degli etero sia anche molti gay ritengono che il Pride dovrebbe essere una manifestazione all’insegna della sobrietà.
Sinceramente io non ho mai capito questo atteggiamento. Come non capisco quando muovono critiche circa il mio modo molto ”eccentrico” (per molti) di apparire al Pride.
Perché doversi conformare? Perché annullarsi? Se una persona è estrosa perché deve apparire come gli altri?
E poi mi domando: “Se ci fosse un etero Pride, siamo certi che le donne si vestirebbero come suore e gli uomini in giacca e cravatta?” Dubito.
Magnate o’ limone: lo slogan dell’onda di Sorrento
In una massa di persone c’è di tutto e dobbiamo essere fieri delle diversità infatti gli organizzatori hanno inteso celebrare la libertà d’espressione e di determinazione di ogni individuo con lo slogan “Magnate o’ limone” – espressione napoletana ironica, utilizzata per dire a qualcuno di accettare la realtà, anche se appare scomoda.
Essendo io un artista e performer, mi sono presentato al GayPride vestito da Samara Morgan il personaggio inquietante del film The Ring con un cartello in mano che diceva “Gli omofobi mi fanno paura” il senso è che anche un personaggio del cinema horror ha il terrore dell’omofobia che è più inquietante e spaventosa di un film di quel genere.
Nei film “horror” c’è sempre una morale. Nell’omofobia non c’è, c’è solo tanta ignoranza e stupidità.
Tra i vari partecipanti al Pride non è mancato l’artista performer Demetrio Aracoeli con la sua rappresentazione artistica Sub_Citizen. Si tratta di una metafora dell’asfissia ideologica “eteronormante” contemporanea italiana, dove l’ossigeno delle bombole è l’ossigeno di un’alternativa sociale. La volontà d’essere “altro” dalla norma.
Tra i politici presenti la senatrice Monica Cirinnà, il consigliere Elena Coccia, in rappresentanza del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, alcuni consiglieri dei comuni di Meta e Vico Equense.
“Un gay pride senza il ministro Salvini mi sembra già un buon motivo per festeggiare. Le aspettative su questo nuovo Governo sui diritti di tutti e della famiglia sono altissime. E spero che il mio partito sia all’altezza della sfida. Pride vuol dire orgoglio. E chiedo al movimento di essere sempre avanguardia di uguaglianza di pari dignità, quando l’articolo 3 della Costituzione sarà pienamente attuato avremo vinto”: sottolinea la senatrice Cirinnà.
Ed io, come tutti noi, lo spero tanto.