Di Giuseppe Menzo.
Oleanna. Lo spettacolo, di David Mamet, diretto da Emiliano Bronzino e interpretato dai bravi Elisa Menchicchi e Francesco Bolo Rossini, costituisce il Prologo di Stagione per la programmazione del Teatro Eliseo di Roma.
In scena dal 19 Settembre al 6 Ottobre, l’azione scenica si sviluppa nello spazio anticonvenzionale del Foyer della seconda Balconata dello stesso Teatro Eliseo, adibito già dalla scorsa annata teatrale ad accogliere i lavori che sono andati a comporre lo specifico cartellone off del sopraddetto Teatro.
È la classica partenza “con il botto” quella di ieri, con uno spettacolo, dalla durata complessiva di 70’, che affonda gli artigli, spietatamente e senza gentilezza alcuna, nella violenza verbale, fisica e psicologica che ammanta, anche solo in potenza, ogni rapporto della nostra società.
Oleanna venne scritto da Mamet nel 1992. A distanza di 27 anni, il tempo non ha ancora prodotto effetti nocivi sulle sue parole, sulla dinamica da lui creata, sulla situazione raccontata con una ferocia non esposta ma presente con una potenza ancora maggiore di quella che sarebbe potuta essere se fosse stata mostrata.
Oleanna: lo spettacolo
La storia narra di un Professore universitario in attesa di una “stabilizzazione” che gli permetterebbe di determinare un nuovo corso della sua vita grazie ad una maggiore serenità economica e professionale e una studentessa che si ritiene inadeguata. Nello studio del docente prova a gettare un grido d’aiuto che si trasformerà in una serie di gravissime minacce.
Un rapporto, quello tra i due, foriero di incomprensioni a causa dei significati diametralmente opposti che i due attribuiscono alle stesse parole che riecheggiano nell’etere. “Perché fa questo per me?”: chiede la ragazza. “Tu mi piaci”: risponde il professore.
Anche i gesti sono importanti, come una mano sulla spalla da parte dell’uno verso l’altra. Diventano pretesti per una slavina emotiva, legale, sociale, senza freno.
Il professore è un uomo che ha lottato contro le proprie difficoltà, giungendo ad una posizione di prestigio che lo rincuora, pur mantenendo un pensiero apparentemente anticonformista sul suo stesso ruolo nella società. La giovane donna cammina solo nell’ambito delle regole precostituite credendo che non esista altro modo per salvarsi e salvare.
Sono un uomo e una donna con delle parole che assumono significati completamente diversi nella testa di ciascuno di loro. Evidente la detonazione di un dolore che può causare feriti gravi e morti senza nessuna possibilità di stabilire quanto questi siano stati colpevoli o innocenti.
Conclusioni
Oleanna è un dramma sull’incomunicabilità, sull’ ascolto delle proprie convinzioni e mai realmente sull’ascolto di chi ci troviamo ad avere davanti, sull’ egoismo non riconosciuto e unico modo di stare al mondo.
Il lavoro di Emiliano Bronzino, regista del testo, mette in evidenza le innumerevoli linee di uno scritto mai banale, mai noioso, sempre scottante nonostante la ormai nota verbosità di Mamet.
Ai due bravissimi attori il merito di aver mantenuto per tutta la durata della messa in scena quell’attenzione verso l’altro che invece manca ai loro personaggi, quella precisione che diversifica i vari momenti della narrazione non rimanendo mai ancorati ad un generico andamento recitativo, ma scolpendo con grande maestria i molteplici stati d’animo che attraversano le figure del racconto.
Di rilevo la traduzione di Masolino D’amico che mantiene inalterata l’efficacia del testo con un lavoro che merita una citazione specifica per la sua meticolosità.
È un ottimo prologo di stagione che fa bene sperare per il resto dell’anno teatrale.
Per informazioni e prenotazioni: http://www.teatroeliseo.com/news/eliseo-off/