Di Paolo S. Cavazza
Venerdì 25 ottobre il Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino (Mufant) ha avuto una visitatrice d’eccezione: Deborah Nadoolman, prestigiosa costumista cinematografica, moglie del regista John Landis, che fu candidata all’Oscar nel 1988 per i costumi di Il Principe Cerca Moglie con Eddie Murphy, e che ha contribuito al successo di film famosi come Blues Brothers, I Predatori dell’Arca Perduta, Un Lupo Mannaro Americano a Londra. E proprio a quel film diretto da suo marito è dedicata l’installazione che è stata inaugurata in sua presenza al crepuscolo della giornata.
Il Mufant e il nuovo Parco del fantastico
Il Mufant, in associazione con altre realtà cittadine nell’ambito del progetto Co-City per la rigenerazione urbana e sociale della periferia torinese, sta portando avanti un piano di riqualificazione dell’area in cui sorge l’edificio scolastico parzialmente dismesso che ospita il Museo.
Fra questi interventi c’è la trasformazione del piazzale antistante al Museo – che entro l’anno sarà intitolato a Riccardo Valla, celebre traduttore di narrativa fantastica, al quale si deve buona parte della vasta biblioteca del museo – in un Parco del Fantastico arricchito da statue ispirate a personaggi di romanzi o film famosi. La prima, inaugurata in giugno, raffigura il mostro di Frankenstein (nella classica versione del film con Boris Karloff). La seconda, svelata venerdì, è intitolata Un lupo mannaro americano a Torino.
Le opere sono frutto di una collaborazione tra il Mufant (Silvia Casolari e Davide Monopoli, direttori del museo) per la scelta delle immagini, il laboratorio di scenografia della Cooperativa Altra Mente, impegnato nel progetto Loving the Alien,per la realizzazione dei modellini, il designer Ferruccio Capitani (AIAPP) per il progetto finale, e sono realizzate fisicamente dai Fabbri Latini (Valentina e Cristiano Latini) mediante taglio laser dei metalli.
La visita di Deborah N. Landis
La signora Nadoolman Landis, che era ospite a Torino della VIEW Conference e aveva tenuto poco prima una conferenza presso le OGR (Officine Grandi Riparazioni, un altro esempio di trasformazione di uno spazio industriale in un’area espositiva), è rimasta favorevolmente colpita dalle collezioni di libri, riviste, modelli e memorabilia della fantascienza storica e contemporanea custodite nel Museo; e ha accolto con autentica meraviglia lo svelamento della statua dedicata al celebre film (“Oh my god!” ha esclamato, “I wish I had it in my garden!”).
Durante tutta la visita ha tempestato di domande i fondatori e condirettori del Mufant, Silvia Casolari e Davide Monopoli, sulla storia del Museo, sulla provenienza dei pezzi più notevoli, sugli aspetti economici della loro impresa.
La serata è proseguita con la presentazione della sartoria del progetto Loving the Alien, specializzata in cosplay, e con l’aperitivo offerto da Davide Pinto (del bar ristorante Affini) che ha presentato due cocktail dai nomi suggestivi. Deborah Nadoolman Landis ha poi autografato per il Museo una copia del suo libro Dressed – A Century of Hollywood Costume Design.
È grazie a eventi come questi che il Mufant, una piccola realtà nata e cresciuta fra molte difficoltà, non solo finanziarie, sta diventando una istituzione cittadina: ancora piccola, ma sempre più spesso in evidenza nelle cronache locali.
Per saperne di più: www.mufant.it