di Lelio Naccari
SHOTS di Mezzaria Teatro ha avuto l’onore (nelle parole degli interpreti) di aprire l’edizione 2022 del Cortile Teatro Festival a Messina, quest’anno più ricco e trasversale che mai.
Tre storie, liberamente ispirate dai racconti di Charles Bukowski, che affrontano il rapporto uomo-donna per dilatarne gli orizzonti. Tre colpi secchi ad alta gradazione da sbattere sul tavolo dopo averli mandati giù.
Alice Sgroi, entità a metà fra paese delle meraviglie e inferno e ci trascina, insieme a un angelicato e compatto Francesco Bernava, fra le parole e i luoghi del poeta e scrittore, che il duo catano-messinese ha assorbito e rielaborato in un personale output.
Musiche per organi caldi
Divertenti e briosi, freschi e a volte un po’ acidi, i tre episodi tratti liberamente dalla raccolta “Storie di ordinaria follia”, si susseguono fluendo l’uno nell’altro, grazie a intelligenti accorgimenti di regia.
“L’idea dell’opera nasce dal desiderio di creare qualcosa che fosse assimilabile anche al di fuori dei contesti teatrali, magari persino nei locali” dice Bernava.
È quasi giocosamente che i due attori si sono rimbalzati la neve fresca dell’idea che rotolando ha preso forma e dinamismo in una sfera gigante, fino agli occhi e alle orecchie attente del pubblico. Questo rimane coinvolto da atmosfere piccanti e linguaggio diretto che però non scadono mai nella volgarità.
“L’ironia la chiave del nostro approccio al testo – svela la coregista Sgroi – per poter gestire un materiale franco che avrebbe altrimenti rischiato di cadere a tratti nell’osceno.”
Più che degna di nota la transizione iniziale con cui i due attori accolgono il pubblico in veste di se stessi, per poi esitare sulla soglia fra realtà e finzione e infine scivolarci nel gioco narrativo che si giova anche della loro complice esperienza. Il sapore che rimane è tragicomico, e a tratti kafkiano, come quello di un uomo cannibalizzato dal femminile, visione non estranea al sentire di Bukowski.
Dove c’è Cortile c’è casa
A fine spettacolo gli artisti siedono su una panchina e scambiano volentieri aneddoti e curiosità con chi voglia avvicinarsi, come quello del miracoloso e sincronico ritrovamento del bambolotto di scena Ken, o l’idea del telo nero multi-senso che accompagna come leitmotiv alcune situazioni.
Parlano dei loro progetti e raccontano del loro ultimo lavoro, “Decadenze“, purtroppo ritardato dalla pandemia ma già premiato dallo Stabile di Catania, che finalmente potremo gustare di nuovo a Settembre, a Castello Ursino (Ct).
Belle le parole dei papà del Festival, Bonaventura e Giamboi a chiusura dell’incontro. Il primo scalda i cuori col ricordo e un saluto a Olga Cancellieri, grande donna e affezionata della manifestazione, il secondo ci ricorda un concetto di lavoro buono, quello su noi stessi; Non per fare di più, ma per essere migliori.
La festa del teatro a Messina è iniziata.
Crediti foto: Rino Labate
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Per il programma completo del Festival:
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