Di Judith Maffeis Sala
“Thunder Boogie” è il titolo della Project Room#2 , una realtà inusuale esposta alla Crag Gallery di Torino e visitabile sino al 12 luglio 2019. La mostra è del collettivo “bn+BRINANOVARA, composto dal giovane Giorgio Brina ( classe 1994), diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera e dal giovane Simone Novera (classe 1994), laureato in pittura al Winbledon College of Arts London ed in Architettura al Politecnico di Milano. I visitatori della mostra esploreranno una realtà nuova per la galleria, con un allestimento caratterizzato da un progetto che ha al centro la figura della tigre e la sua iconografia. I lavori sono accompagnati dal testo di Paolo Bonacina, esperto d’arte.
Thunder Boogie: Tigre Contro Tigre
In Thunder Boogie il visitatore avrà la possibilità di ammirare diverse installazioni: O musa fammi provare l’ebrezza, Tiny Dancer, La paura di Narciso, Boccadoro,
Paolo Bonacina descrive così la rappresentazione della tigre:
In “O Musa fammi provare l’ebbrezza del fulmine”, il felino è visto come fulmine. La parola deriva dal termine persiano Thigra che significa fulmine. Come un fulmine a ciel sereno, apre la mostra una grande coda di tigre realizzata in vetro resina e appesa al soffitto con un tessuto damascato mentre le pelli dell’animale si ritraggono sulle pareti, isolandola. La coda, lavorata con una stratificazione di paste e di colori di materiali diversi, che la lucidità della superficie lasciano intravedere, nella sua tensione di linea spezzata, sembra essere invasa di energia elettrica e la sua potenza getta le pelli dell’animale lontano da sé sulle pareti della stanza, da cui “O Musa fammi provare l’ebbrezza del fulmine”.
Tigre come varietà. Come diceva Gaius Plinius Secundus nella sua Naturalis Historia “(…) La pantera e la tigre, uniche quasi tra le belve, si segnalano per la varietà delle loro macchie…”, così anche il lavoro di Giorgio e Simone si distingue sulla varietà che si declina nella continua ricerca dei materiali. Dalla gommapiuma allo stucco pigmentato, dal marmo di Carrara al tessuto damascato, i due giovani artisti osano sperimentare e accostare nuovi materiali che danno nuove vibrazioni alle loro creazioni. Un contrasto che nasce dal gioco sui materiali ove lo spettatore è il terzo partecipe ed inviato a interagire con l’opera.
“Tiny Dancer“
Come un tappeto tibetano. Partendo sempre dalla gommapiuma, elemento ricorrente nelle opere dei due artisti, questi lavori, dal titolo Tiny Dancer, riprendono l’arte tibetana del tappeto. La “pelle di tigre” le cui forme sono semplificate seguendone la sagoma esterna, è rivestita sui bordi con un tessuto argentato che riprende la ricchezza del materiale. Viene richiamata l’idea del lavoro manuale che sta dietro alla lavorazione del tappeto; ma il fatto di tenere il materiale allo stato originario, permette allo spettatore di poter fissare il lavoro a proprio piacimento, cercando di recuperare il movimento naturalistico dell’animale. In questo modo l’opera d’arte, richiamando anche l’idea di gioco, interagisce attivamente con lo spettatore. Come la tigre nel suo gran dolore.
Sin dalle rappresentazioni antiche l’immagine della tigre è associata a quella dello specchio e viene ripresa durante tutto il Medioevo sia nei “Bestiari” che nella poesia lirica. Il cacciatore per catturare i cuccioli dell’animale usa dei simulacri ove la madre, specchiandosi, vede riflessa la propria immagine miniaturizzata e si illude di aver recuperato i figli, cadendo nella trappola umana. L’immagine della tigre in questo lavoro si moltiplica come in uno specchio; la sagoma dell’animale in gommapiuma, ricamata sui bordi con preziosi tessuti damascati che richiamano la Persia, si ripete in un urlo di dolore, in cui l’ossessione dell’immagine riempie la parete in una sorta di horror (vacui) medievali.
“La paura di Narciso” e “Boccadoro“
“Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre?”
La grande tigre, dal titolo Boccadoro, si erge come un leone stiloforo, davanti alle sue immagini sdoppiate. Il grande corpo di gommapiuma, nella sua posa ieratica da matrona romana, contrasta con la testa e il piede in cui la ceramica smaltata dona forza ad un’espressione già estremizzata. Boccadoro si specchia come un novello Narciso e la sua immagine si moltiplica sulla parete, è come una madre che lo tormenta e lo tortura nei pensieri e nella sua intimità, un’immagine che lo perseguita, il figlio non è più catturato dal cacciatore ma questa volta viene abbandonato dalla propria madre.
L’obiettivo della Project Room è la sperimentazione e la presentazione ragionata di progetti in cui viene mostrato al pubblico come questi artisti lavorano e sperimentano sui materiali e sulle diverse tematiche.
Thunder Boogie – Project Room # 2 – bn+Brinanovara
Fino al 12 luglio 2019
Chiono Reisova Art Gallery via Giolitti 51, Torino
Orari: da martedì a venerdì 15,30 – 19,30; sabato 10,30-13 / 15,30-19,30
Ogni mattina su appuntamento
Informazioni: info@cragallery.com – www.cragallery.com