Di Paolo S. Cavazza
Nel fine settimana fra venerdì 8 e domenica 10 novembre si è tenuto a Torino il primo Festival della Tecnologia, organizzato e ospitato dal Politecnico insieme a numerose organizzazioni e associazioni culturali della città.
Ospiti straordinari al Festival della Tecnologia
La manifestazione, a ingresso gratuito per quasi tutti gli spazi e gli eventi, è stata un indubbio successo, con presenze stimate in oltre 50.000 visitatori, attirati sia dal fitto calendario di conferenze che dagli ospiti di maggiore spicco: Samantha Cristoforetti, Alessandro Baricco, Luca Mercalli, Piero Bianucci, Maurizio Molinari, e molti altri, non solo italiani.
Lo scrittore americano Bruce Sterling, originario del Texas ma residente a Torino dal 2007, ha partecipato sia come relatore che come spettatore a diversi incontri, compreso quello, curato dal Mufant (il Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino) con Dario Tonani, Franco Brambilla e Franco Forte il sabato mattina al Circolo dei Lettori, l’altra sede principale del Festival.
Un fittissimo programma d’incontri
Il programma del Festival era impressionante: uno spesso fascicolo di 180 pagine. Le tematiche trattate erano vastissime: spaziavano dalla tecnologia alla filosofia, dalla storia alla letteratura, dalla sociologia alle serie televisive, con particolare attenzione alle aspettative e a timori suscitati dall’avvento dell’intelligenza artificiale e dagli sviluppi di Internet. Una full immersion molto concentrata, talvolta vertiginosa.
Di conseguenza non sono mancate le critiche, in particolare al calendario troppo affollato di eventi e alla dispersione in sedi diverse, spesso lontane fra loro, che hanno costretto i visitatori non occasionali a scelte dolorose per l’impossibilità di seguire eventi quasi simultanei.
Solo nella giornata di venerdì il calendario ufficiale riportava 45 eventi sparsi in quattro sedi diverse, e questo senza contare quelli elencati nella sezione Festival off, a somiglianza del Salone del Libro (la cui lezione gli organizzatori sembrano aver seguito fin troppo alla lettera) e quelli catalogati come Festival ragazzi e Politecnico aperto. Per esempio, dei quattro eventi curati dal Mufant, uno era ospitato dal Politecnico, uno dal Circolo dei Lettori, in pieno centro, e due nella sede del Museo in via Reiss Romoli, all’estrema periferia nord della città.
Tra arte e tecnologia passando per il cinema
Per l’occasione gli austeri corridoi del Politecnico hanno ospitato le opere d’arte della mostra Welcome to the Machine, spesso eccentriche come il riferimento ai Pink Floyd può far supporre, e raccolte di cimeli e memorabilia della storia della tecnologia e dell’informatica. La statua di Quintino Sella, uno dei fondatori del Politecnico, che dal 1894 era collocata presso il Castello del Valentino, ha trovato una nuova e più appropriata sistemazione all’interno dell’istituto.
L’evento forse più curioso è stato quello organizzato dal Museo Nazionale del Cinema nella sua sede, la Mole Antonelliana: nella notte fra sabato e domenica, sotto il titolo Notte da brivido al Museo, sono stati proiettati il classico B-movie del 1957 Radiazioni BX: distruzione uomo di Jack Arnold, il remake La mosca di David Cronemberg (1986), il recente Ex Machina di Alex Garland e il profetico Il mondo dei robot di Michael Chricton (1973).
Un’altra curiosità fra le tante: forse per la prima volta in Italia l’elenco degli ospiti di una manifestazione di questo tipo includeva un automa. Si tratta di TeoTronico, robot pianista. Ideato e costruito da Matteo Suzzi, TeoTronico ha tenuto un concerto presso le OGR nel pomerigio di sabato 9.
In chiusura del Festival gli organizzatori hanno annunciato che la manifestazione diventerà un appuntamento biennale, alternandosi con la Biennale Democrazia che quest’anno si era tenuta in marzo.