Di Caterina Mortillaro
Situato nel cuore di Praga, all’interno del parco che corre lungo la Čertovka, il canale del diavolo, il Museo di Kampa si trova a pochi passi dal Ponte Carlo, in un edificio dove si trovava il vecchio Mulino del Diavolo della leggenda.
Nato per opera di Jan and Meda Mládek, cechi in esilio in America, riflette il loro interesse per gli artisti cecoslovacchi non conformisti. In particolar modo, presso il museo è conservata la collezione più vasta di uno dei fondatori dell’astrattismo: František Kupka. Vi sono inoltre le sculture di Otto Gutfreund e i lavori di altri importanti artisti del ventesimo secolo provenienti dal cosiddetto Eastern Block.
František Kupka e Otto Gutfreund
La mostra permanente del Museo di Kampa è dedicata František Kupka e Otto Gutfreund.
František Kupka (1871–1957) è uno dei maggiori rappresentanti del ventesimo secolo. La collezione mostra il percorso che porta Kupka dall’arte figurativa (era un quotato ritrattista) all’arte non figurativa. Oltre ai quadri, ci sono una serie di studi che mostrano il metodo di lavoro dell’artista. Una parte proviene dalla collezione privata di Meda Mládek; altri invece appartengono a collezioni pubbliche e private.
Divisa in sette capitoli, la mostra presenta in ordine cronologico i lavori di Kupka dalla metà degli anni Novanta dell’Ottocento alla maturità, negli anni Cinquanta del Novecento. Il visitatore può seguire l’evoluzione dell’artista che si cimenta con punti, linee, superfici, luce e colori. In particolare, lo studio dei piani di colori è una delle fasi più importanti della storia dell’arte di Kupka. L’approccio di questo artista è certamente filosofico. Attraverso la pittura sembra volere scavare dentro il significato profondo delle cose, dentro la natura degli oggetti.
Ad esempio, Kupka ritiene che il movimento illusorio delle curve, simili a serpenti, è un’espressione della variabilità del tempo. Interessanti le sue idee relative al concetto di verticale e orizzontale. Degli ingranaggi delle macchine dice: “In una macchina, per esempio in una rotativa per la stampa, si trovano gli stessi elementi di una cattedrale gotica, entrambi dominati da verticali, orizzontali e cerchi, che differiscono solo nel loro ordine.” Altrove afferma che l’artista deve trovare i mezzi per dare una forma tangibile a tutti i movimenti e gli stati del mondo interno della sua vita.
L’ottavo e ultimo capitolo della mostra permanente del Museo di Kampa è dedicato a Otto Gutfreund (1889–1927). Il museo ospita 17 sculture e un certo numero di disegni e progetti. I visitatori possono vedere opere iconiche dell’Espressionismo ceco e del Cubismo. Di grande impatto sono ad esempio la statua intitolata Ansia (1911– 1912), una scultura di grandissimo impatto emotivo, o il Busto Cubista (1913–1914). Ci sono inoltre sculture del periodo del Civilismo, cui Gutfreund aderì nell’intento di creare un nuovo stile visuale per la Prima Repubblica Ceca, come, ad esempio gli studi per le sculture Commercio e Industria, entrambe del 1923.
Le mostre temporanee al Museo di Kampa
Il Museo di Kampa ospita anche mostre temporanee di autori moderni. In questo momento (28/9/ – 5/12/ 2021) è possibile visitare Svatoslav Böhm Projections of Memory.
La mostra è collegata al Club dei Concretisti, fondato nel 1967 nello studio di Miroslav Vystrčil proprio a Kampa da tre artisti: Radek Kratina, Jiří Hilmar and Tomáš Rajlich e dal teorico Arsén Pohribný. Vi aderirono varie personalità da tutta la Cecoslovacchia, tra cui, per l’appunto, Svatoslav Böhm (nato nel1934). I rilievi in legno di Böhm realizzati tra gli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta mostrano parallelismi con il Neo-costruttivismo.
La prima mostra personale di Böhm avvenne poco dopo l’invasione delle forze di occupazione allo scopo di presentare al pubblico il meglio di ciò che era stato prodotto nell’atmosfera liberale degli anni Sessanta. Fu quindi vista come un atto rivoluzionario contro i Russi e i collaborazionisti e come un avvertimento nei confronti dell’imminente era della normalizzazione.
Col tempo, questo artista fu anche chiamato a realizzare elementi per l’architettura, grafica, illustrazione di libri, loghi commerciali.
Altra mostra temporanea è quella intitolata Jiří Kolář Dictionary of Methods (19/11/ 2021 – 27/2/ 2022). Jiří Kolář (1914–2002) pubblicò nel 1991, in Francia, un libro intitolato appunto “Dizionario dei Metodi”, in cui illustrava in ordine alfabetico tutti i metodi per creare dei collage. In questo volume ne presenta 110. Quella ospitata al Museo di Kampa è una vasta collezione di collage in cui possiamo osservare l’uso di materiali diversi, la scelta di forme e immagini di varia provenienza. La distorsione, la compenetrazione di mondi differenti sono solo alcuni dei tratti della sua opera.
Per conoscere i dettagli relativi al Museo di Kampa, agli orari di visita, alle mostre passate e future, si può visistare il sito: https://www.museumkampa.cz/en/